
Furto di identità e utilizzo illecito dei documenti nelle truffe in materia di criptovalute: un rischio reale e sottovalutato
24 Marzo 2025FAQ 1 – Ho perso dei soldi a causa di una truffa con criptovalute: cosa devo fare subito?
Il primo passo è formalizzare una denuncia presso la Polizia Postale o la Procura della Repubblica competente. È fondamentale agire tempestivamente per aumentare le probabilità di individuazione dei responsabili e di eventuale recupero dei fondi. Ai sensi dell’art. 640 c.p., la truffa costituisce reato punibile con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a 1.032 euro, aumentabili se ricorrono aggravanti. La Cassazione penale, Sez. II, sent. n. 35070/2022 ha confermato la perseguibilità della condotta truffaldina anche quando commessa online attraverso piattaforme crypto.
FAQ 2 – Posso denunciare una truffa in criptovalute anche se è avvenuta online e l’autore è sconosciuto?
Sì, è possibile e doveroso. Anche in assenza di un’identità certa dell’autore, la denuncia consente di attivare indagini informatiche per rintracciare indirizzi IP, wallet associati, dati bancari collegati o altri elementi utili. In base all’art. 55 del D.Lgs. 231/2007, le operazioni sospette possono essere oggetto di segnalazione anche presso l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) da parte di operatori vigilati.
FAQ 3 – È possibile recuperare le somme sottratte con la truffa in criptovalute?
Il recupero è possibile ma non garantito. Dipende dall’individuazione del responsabile e dalla tracciabilità dei fondi. La Corte di Cassazione, Sez. V penale, sent. n. 15814/2020 ha riconosciuto il diritto della persona offesa al sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche di wallet virtuali, trattandoli come strumenti del reato.
FAQ 4 – A quale autorità devo presentare querela per truffa in criptovalute?
Puoi presentare la querela alla Polizia Postale, alla Stazione dei Carabinieri, oppure direttamente in Procura. Ai sensi dell’art. 120 c.p., la querela va proposta entro tre mesi dal giorno in cui hai avuto notizia del fatto, salvo aggravanti che rendano il reato procedibile d’ufficio.
FAQ 5 – Come si struttura una denuncia efficace per truffa in criptovalute?
Deve contenere l’indicazione precisa dei fatti, date, strumenti utilizzati, somme trasferite, identità (anche presunte) dei soggetti coinvolti e ogni prova disponibile: screenshot, e-mail, estratti conto, conversazioni. La Corte di Cassazione, Sez. II penale, con sentenza n. 13910/2021, ha ribadito l’importanza della dettagliata ricostruzione del fatto nella fase preliminare.
FAQ 6 – Serve un avvocato penalista o anche civilista per questi casi?
L’intervento principale è in ambito penale, ma spesso è utile anche l’azione civile per il risarcimento. L’avvocato penalista seguirà la denuncia e il procedimento, mentre il civilista potrà avviare la causa per i danni patrimoniali e morali ai sensi degli articoli 2043 e 2059 c.c. Il danno da reato è risarcibile anche in sede civile, come stabilito da Cass. Civ. Sez. III, sent. n. 25164/2019.
FAQ 7 – Quali documenti devo raccogliere per avviare una denuncia o un’azione legale?
È necessario avere prova dell’avvenuto trasferimento delle somme: ricevute, bonifici, dati wallet, scambi di messaggi o e-mail, nomi dei soggetti coinvolti, eventuali audio o video. L’art. 234 c.p.p. consente l’acquisizione di documentazione informatica quale fonte di prova.
FAQ 8 – Cosa succede dopo che ho presentato la denuncia? Ci sono tempi certi per un eventuale rimborso?
Dopo la denuncia, la Procura può aprire un fascicolo, delegare le indagini alla Polizia Postale e disporre sequestri. Non esistono tempi certi per il rimborso. Tuttavia, qualora siano rintracciati i fondi o i beni dell’autore, il giudice può disporre la restituzione alla vittima, come previsto dagli artt. 538 e ss. c.p.p. La giurisprudenza (Cass. Pen., Sez. V, n. 17479/2018) ha ammesso la restituzione di criptovalute oggetto di truffa.
FAQ 9 – Se ho effettuato pagamenti tramite bonifici bancari o carte, la banca può aiutarmi?
Le banche e gli istituti di credito possono collaborare fornendo i dati delle transazioni e segnalando eventuali anomalie. Ai sensi dell’art. 125-septies TUB, il cliente può chiedere il rimborso in caso di operazioni non autorizzate. Tuttavia, se il trasferimento è stato effettuato volontariamente, è difficile ottenere restituzione automatica.
FAQ 10 – Il sito o l’app attraverso cui ho investito in criptovalute era straniero: posso comunque agire in Italia?
Sì, puoi agire in Italia se la truffa ha prodotto effetti sul territorio nazionale, come stabilito dall’art. 6 c.p. La Cassazione penale, Sez. V, sent. n. 37013/2021 ha stabilito la competenza territoriale italiana in caso di truffe online, anche se i server sono all’estero, qualora la vittima risieda in Italia.
FAQ 11 – Come si individuano gli autori della truffa se operano sotto identità false o tramite server esteri?
Attraverso le indagini informatiche è possibile ottenere dati utili tramite rogatorie internazionali, analisi di blockchain, collaborazione di exchange e provider. La tracciabilità dei trasferimenti, anche se complessa, è tecnicamente possibile. Cass. Pen. Sez. II, sent. n. 35890/2023 ha confermato la validità dell’acquisizione di dati informatici provenienti da server esteri attraverso cooperazione giudiziaria.
FAQ 12 – Ho ricevuto telefonate da sedicenti broker: posso querelare anche loro?
Sì. Se tali soggetti hanno partecipato alla truffa, anche solo persuadendoti con mezzi fraudolenti, possono essere imputati in concorso ex art. 110 c.p. e art. 640 c.p. La Cassazione penale, Sez. II, sent. n. 25738/2021 ha riconosciuto la responsabilità dei promotori telefonici anche senza aver ricevuto direttamente il denaro.
FAQ 13 – Posso ottenere il blocco dei wallet o delle somme trasferite?
Sì. È possibile chiedere al Pubblico Ministero il sequestro preventivo dei wallet associati ai reati, ex art. 321 c.p.p. La giurisprudenza (Cass. Pen., Sez. II, sent. n. 14414/2023) ha ribadito la sequestrabilità delle criptovalute come profitto diretto del reato.
FAQ 14 – Ci sono precedenti giurisprudenziali favorevoli in casi di truffa crypto?
Sì. Oltre ai casi citati, si segnala Tribunale di Milano, ordinanza del 14 giugno 2021, che ha riconosciuto la possibilità di sequestro di criptovalute detenute su exchange esteri e la legittimazione della persona offesa a costituirsi parte civile in questi casi.
FAQ 15 – Cosa dice il codice penale italiano su questo tipo di truffe?
La truffa è disciplinata dall’art. 640 c.p., che punisce chiunque, con artifizi o raggiri, induca taluno in errore procurando a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno. Se aggravata (es. danno patrimoniale di rilevante entità), può comportare la reclusione da uno a cinque anni. In alcuni casi può configurarsi anche la frode informatica, ex art. 640-ter c.p.
FAQ 16 – Come posso difendermi da eventuali riciclaggi o utilizzi illeciti del mio nome?
È possibile sporgere denuncia per sostituzione di persona ex art. 494 c.p. e attivare l’identificazione tramite SPID o CIE per la propria tutela. In sede penale, è importante segnalare l’abuso della propria identità digitale per evitare coinvolgimenti in attività illecite. La giurisprudenza ha più volte riconosciuto la responsabilità penale anche in caso di utilizzo improprio di dati personali (Cass. Pen., Sez. V, sent. n. 47182/2022).
FAQ 17 – È possibile chiedere un risarcimento danni morali oltre a quello patrimoniale?
Sì, se il danno ha avuto conseguenze psicologiche documentabili. Ai sensi dell’art. 2059 c.c., è possibile richiedere il risarcimento del danno non patrimoniale, specie se la truffa ha causato stress, ansia, depressione o danni alla reputazione. La Cass. Civ., Sez. III, sent. n. 25164/2019 lo ha riconosciuto anche per vittime di frodi informatiche.
FAQ 18 – Quanto costa rivolgersi a un avvocato per questi casi? Ci sono possibilità di patrocinio a spese dello Stato?
Il costo varia in base alla complessità del caso, ma se il reddito dell’interessato non supera i limiti previsti dalla legge, è possibile richiedere il patrocinio a spese dello Stato ai sensi del D.P.R. 115/2002. Il Giudice valuterà l’ammissibilità della richiesta.
FAQ 19 – Esistono associazioni o enti pubblici che collaborano per il recupero delle criptovalute?
Oltre alla Polizia Postale e alla Procura, alcune autorità europee (come Europol) collaborano con le autorità italiane per il contrasto alle frodi informatiche. Anche la Consob e l’IVASS segnalano truffe in ambito finanziario. Tuttavia, per agire concretamente, è essenziale un avvocato specializzato.
FAQ 20 – Come posso prevenire future truffe e tutelarmi legalmente negli investimenti crypto?
È necessario verificare sempre che le piattaforme siano registrate presso autorità come la Consob o gli organi di vigilanza europea. Evitare intermediari che non offrono garanzie legali o che operano senza licenza. Ai sensi del Regolamento (UE) 2023/1114 (MiCA), l’Unione Europea ha stabilito nuovi obblighi per gli operatori crypto, a tutela degli investitori.